La Direttiva Europea e le azioni di Milano sulla plastica monouso

Un mondo con meno plastica monouso? La sostenibilità passa anche da qui. In questo articolo facciamo il punto sulle azioni messe in campo dal Comune di Milano, sulla Direttiva Europea che mette al bando la plastica monouso, sull’opportunità del Bando Cariplo “Plastic Challenge” e su una serie di fenomeni strutturali che rischiano di acuire sempre più il problema dell’inquinamento da plastica.

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La Food Policy nel 2015 ha anticipato la Direttiva Europea

L’esperienza di Milano sul tema dell’eliminazione della plastica inizia con Expo, tramite l’introduzione dei criteri minimi ambientali per i padiglioni durante l’esposizione e per ogni evento organizzato in città e patrocinato dal Comune.

Con l’indirizzo della Food Policy 4.3 il Comune nel 2015 si è impegnato ad attivare partenariati con attori istituzionali, economici e sociali per favorire la razionalizzazione degli imballaggi legati alla distribuzione dell’acqua e degli alimenti e alla promozione di imballaggi riciclabili.

Nel settembre 2016 Milano Ristorazione, contribuendo all’indirizzo 4.3, ha eliminato progressivamente tutta la plastica monouso dai refettori scolastici eliminando ogni anno un’isola di plastica di 720.000 kg, pari a 12,3 milioni di bicchieri, 8,5 milioni di piatti e 5 milioni di coppette, sostituiti con materiali biodegradabili. L’unica eccezione rimangono le diete speciali dove, per ragioni di sicurezza alimentare, è prevista la chiusura termica delle porzioni per la quale non esiste ancora una tecnologia tra i materiali biodegradabili.

Nel maggio 2018 il Comune ha adattato all’indirizzo 4.3 il nuovo appalto dei 724  rivenditori automatici negli uffici pubblici e nel 2019 sta sperimentando questa buona pratica in una scuola pilota, con l’obiettivo di estenderlo su tutta la città. Nel febbraio 2019 il Comune ha lanciato l’iniziativa Milano Plastic Free (Assessorato Attività Produttive, Assessorato Ambiente, AMSA) per promuovere tra gli esercenti e i locali pubblici della città l’assunzione di impegni concreti per l’eliminazione della plastica monouso e l’adozione di alternative sostenibili.

Dall’anno scolastico 2018/19 il Comune di Milano con AMSA ha sviluppato il progetto #AmbienteaScuola per introdurre la raccolta differenziata nelle scuole milanesi, coinvolgendo 25 plessi di tutta la città, distribuendo oltre 1.700 contenitori differenziati e coinvolgendo 12.000 studenti milanesi con  attività di sensibilizzazione ai temi ambientali. Dal prossimo anno scolastico verrà studiata con AMSA, MM e ATO l’installazione di erogatori dell’acqua pubblica (fredda, ambiente e gassata) negli spazi comuni di alcune  scuole pilota e verranno distribuite borracce agli studenti. L’Italia è il primo consumatore in Europa e secondo al mondo per utilizzo di acqua imbottigliata, consumiamo 206 litri di acqua in bottiglia all’anno a testa.

All’interno di Expo erano state installate diverse case dell’acqua pubblica ed alla fine dell’evento la società pubblica MM ne ha reinstallate 18 in tutta la città.

Altre iniziative sono in fase di progettazione nel settore pubblico locale; AMAT sta studiando una serie di linee guida per gli Eventi Green patrocinati dal Comune o su spazi pubblici.

Da maggio 2019 il Comune è inoltre coinvolto nel progetto AICS Life Beyond Plastic, capofilato da Oikos con una rete di attori tra cui il Comune di Milano e che prevede la mobilitazione giovanile e l’attivazione di buone pratiche per ridurre l’inquinamento da plastica nei mari.

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La Direttiva Europea che bandisce la plastica monouso dal 2021

Ognuno di noi consuma ogni anno quasi 2 chili di posate, piatti, bicchieri e cannucce monouso in plastica. Le usiamo per pochi minuti e rimangono nell’ambiente per 50 anni.
Ieri è arrivato il via libera definitivo dal Consiglio d’Europa che ha adottato la Direttiva Plastica Monouso che vieterà la commercializzazione di prodotti in plastica usa e getta tra cui i piatti, le posate, le cannucce, le aste per palloncini e i cotton fioc. Un’altra delle azioni del Pacchetto Economia Circolare dell’Europa è diventata dunque operativa, dopo un percorso iniziato nel maggio 2018 con la proposta della Commissione Europea e che ha visto coinvolto sia il Parlamento che il Consiglio.

Le nuove norme vieteranno quindi l’utilizzo di alcuni prodotti in plastica usa e getta per i quali esistono già alternative sul mercato.

Gli Stati membri hanno inoltre condiviso l’obiettivo di raggiungere il 90% della raccolta delle bottiglie di plastica entro il 2029. Vengono invece vietate dal 2021: posate di plastica (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), piatti di plastica, cannucce di plastica, contenitori per alimenti in polistirolo espanso con o senza coperchio per alimenti destinati al consumo immediato o da asporto, contenitori per bevande in polistirolo espanso, tazze per bevande in polistirolo espanso, cotton fioc di plastica.

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La messa al bando della Cina delle importazioni di 50 tipologie di rifiuti e problemi strutturali

In Italia, su circa 2,2 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica immessi al consumo nel 2017, circa il 43,5% è stato avviato a riciclo, mentre il 40% è stato oggetto di recupero energetico. Su un trend che vede l’aumento costante dell’immissione al consumo, la percentuale di plastica non riciclata è rimasta essenzialmente invariata negli ultimi 4 anni. Questo dato dimostra che è necessario agire in un’ottica di prevenzione e riduzione, puntando sul cambiamento delle abitudini di consumo e degli stili di vita.

Dal gennaio 2018 la Cina ha messo in atto una serie di divieti sull’importazione di rifiuti stranieri, cominciando con lo stop alla plastica, carta e tessuti per poi estenderlo ad altre 50 tipologie di rifiuti.
La combinazione di fattori sta rendendo la plastica sempre più un problema da gestire. Il basso prezzo del petrolio aumenta la competitività delle plastiche vergini, il blocco cinese alle importazioni di rifiuti plastici genera un eccesso di offerta di materiale da avviare a riciclo, le difficoltà operative nei centri di stoccaggio e selezione saturano gli impianti di recupero.

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Plastic Challenge: opportunità della Fondazione Cariplo per le associazioni milanesi

La Fondazione Cariplo ha seguito un percorso di ascolto e confronto con stakeholder, società civile, istituzioni locali, consorzi e imprese ed ha lanciato il bando Plastic Challenge, un’opportunità per le associazioni e realtà sociali, anche in partenariato con enti pubblici e privati non profit. I progetti potranno avere un contributo compreso tra 25.000 e 90.000€, non oltre il 60% dei costi totali di progetto. Scadenza 27 luglio 2019. Saranno scelti progetti che propongono soluzioni efficaci e condivise per ridurre i rifiuti in plastica monouso (distribuzione, esercizi commerciali, imprese, pubbliche amministrazioni, scuole); nuove strategie per la progettazione, riuso, recupero e riciclo degli imballaggi; attuazione del Green Public Procurement; sinergia con imprese private e pubbliche amministrazioni.

Il Comune di Milano si rende disponibile a valutare il supporto delle iniziative che saranno proposte all’interno del territorio milanese, valutando la connessione dei progetti con le proprie iniziative in corso e sopra descritte. L’obiettivo del Comune è la nascita di sinergie positive per continuare ad attuare l’indirizzo della Food Policy 4.3, stabilito dal Consiglio Comunale nel 2015 per razionalizzare gli imballaggi legati alla distribuzione dell’acqua e degli alimenti e alla promozione di imballaggi riciclabili.

Per chi fosse interessato vi invitiamo a contattarci all’indirizzo
foodpolicy@comune.milano.it , l’ufficio della Food Policy favorirà la connessione con le iniziative sopra descritte. Per tutti i progetti rilevanti per il Comune, verrà fornita una lettera di supporto o valutata la possibilità di partnership senza impegni onerosi diretti per il Comune stesso.

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Credits:
Foto cavalluccio marino Justin Hofman/2017 Wildlife Photographer